Troppo umano? La filosofa Ipazia

Troppo umano?

La filosofa Ipazia

di Vezio Ruggieri
Editore: Lilith Edizioni
Data: Roma, 1997

In questo film non- dovrebbero esserci comparse nel senso tradizionale del termine perché l’ossatura del racconto è formata da un gruppo di giovani che costituiscono un gruppo-narrante, un gruppo di sfaccendati teatranti, attori semidisoccupati che giocano ad assumere diversi ruoli. Sono loro infatti che rappresentano in un teatro antico il coro delle baccanti e che danzano come satiri e ninfe dando corpo all’immaginazione del personaggio principale; che, indossando delle maschere, si trasformano in plebe e in senatori romani; che diventano monaci al seguito di Cirillo, o imperatori romani del V secolo che emettono editti.

Il cuore del racconto è rappresentato dall’incontro di due attori classici con la filosofa Ipazia. L’assassinio di Ipazia è il momento emblematico di un passaggio di civiltà.

Tutto il racconto, che si svolge su diversi piani temporali, tra mondo contemporaneo e mondo antico fotografato nel momento della fine dell’impero romano, pur nella densità dei singoli passaggi e nella ricchezza, di affascinanti citazioni, deve avere il senso di un gioco, di una gioiosa invenzione immaginativa. Si tratta di un lungo ragionamento sostenuto da un’immaginazione che assume diverse forme rappresentative delle diverse tematiche antropologiche dell’epoca. Un gioco serio, un serissimo gioco.

… solo, nel leggere, cerchiamo di superare gli schemi della linearità dello spazio e del tempo a cui ci hanno abituati, ma lasciamoci andare ad uno spazio-tempo nostro, circolare e roteante, dove non c’è solo avanti e dietro ma anche alto e basso e dove i colori sono quelli dei nostri pensieri e delle nostre passioni.